Dottor Luigi Losacco
Responsabile Unità di Coloproctologia presso la Struttura Operativa Complessa dell’Ospedale di Rovigo

INTERVISTA

Dr. Losacco, Lei è il coordinatore dell’UCP (Unità di Colo Proctologia), una struttura inserita nell’ambito della SOC di Chirurgia Generale dell’ospedale “S. Maria della Misericordia” di Rovigo, diretta dal Dr. Galeotti, come si articola la vostra attività tra ambulatorio, degenza e sala operatoria?

Le dirò in maniera più specifica della sezione che mi riguarda da vicino. Ebbene, assieme ad alcuni colleghi condividiamo questa “chirurgia specialistica”, che poi come vedremo non è solo un fatto chirurgico. Ce ne occupiamo” a 360 gradi” ed in entrambi gli Ospedali della nostra U.L.S.S. Mi spiego meglio dicendo che, pur continuando con l’attività lavorativa propria della Chirurgia Generale, ci dedichiamo a questa branca specialistica, seguendo idealmente i nostri paziente in un percorso che inizia nel momento in cui giunge alla nostra osservazione in ambulatorio e si completa quando il paziente ritorna al suo contesto sociale spero con il problema risolto. Per poter conseguire al meglio questi obiettivi è necessario poter disporre di Ambulatori dedicati, fondamentali per poter fare una Proctologia di Eccellenza. Di seguito è possibile che i pazienti seguano un iter diagnostico e terapeutico da noi coordinato, oppure, nel caso si preveda la possibilità di un approccio chirurgico, nel senso stretto del termine, viene predisposto un Day Hospital di preparazione all’intervento; segue, quindi, una degenza programmata, finalizzata ala soluzione chirurgica. Dopo l’intervento monitoriamo il decorso postoperatorio e quindi, a dimissione avvenuta programmiamo i controlli nei nostri ambulatori dedicati. Solitamente abbiamo la disponibilità di 6 sedute operatorie mensili strutturate sui 2 Ospedali; è da poco più di 1 anno che abbiamo la possibilità di interfacciarci sulle 2 strutture, e trovo che il risultato sia davvero eccellente perché questa decisione presa a suo tempo dal Direttore Generale e condivisa da me e dai due Direttori di SOC di Chirurgia Generale di Rovigo e Trecenta, ci sta permettendo di abbattere la lunga“lista di attesa” per gli interventi chirurgici, che era diventata all’epoca davvero insostenibile.

Com’è articolato l’Ambulatorio Proctologico? Quale strumentazione utilizzate in fase diagnostica?

Per Storia propria di questa specialità, la Proctologia come anche la Pelvi-Perineologia nasce negli ambulatori, molto spesso i problemi vengono già li risolti e la chirurgia è “solo” un’opzione, talvolta indispensabile, ma non è un’esclusiva terapeutica. Noi a Rovigo abbiamo 3 attività ambulatoriali dedicate a settimana, a Trecenta 1; nel corso della prima visita, solitamente abbiamo l’abitudine di inquadrare nel complesso il problema nel contesto dei dati anamnestici del paziente, iniziamo la fase diagnostica spesso con l’ausilio di esami endoscopici (anuscopia e/o rettoscopia); da solo 2 mesi abbiamo la disponibilità di un Ecografo esclusivo, tecnologicamente all’avanguardia, che ci consente di eseguire già in prima battuta una specifica ”ecografia endorettale” quando lo troviamo indicato. Eventuali ed ulteriori indicazioni diagnostiche anche presso altri servizi, solitamente vengono coordinati dalla nostra UCP, perché squisitamente specifici; faccio riferimento in maniera particolare ad alcuni esami radiologico (come la Defecografia, la DefecoRNM, i Tempi di Transito Intestinali), oppure alcune valutazioni neurologiche (come lo Studio Neurofunzionale del Pavimento Pelvico, i Tempi di Latenza del Pudendo, etc)

Quali trattamenti terapeutici sono a vostra disposizione?

Bisogna sostanzialmente distinguere due tipologie di trattamento, alcuni sono di carattere ambulatoriale, altri sono interventi chirurgici veri e propri eseguibili in sala operatoria.

Ad esempio, spesso situazioni di malattie emorroidarie di 1° o 2° grado le risolviamo in ambulatorio con Legature Elastiche; in pratica basta qualche elastico per legare all’apice le emorroidi e quindi risolvere un fastidioso problema in qualche minuto, senza dolore, permettendo al paziente di tornare subito a casa.

In altre situazioni e per altri disturbi legati a Disfunzioni del Pavimento Pelvico come la Stipsi, i Prolassi, il Dolore Perineale Cronico i disturbi della Continenza alle Feci e alle Urine, sempre in ambulatorio siamo in grado di assicurare trattamenti di Biofeedback ed Elettrostimolazione, trattamenti di Fisiokinesiterapia, grazie al contributo di personale infermieristico dedicato e specializzato.

Diverso è il discorso riguardante gli Interventi Chirurgici veri e propri.

Credo di poter serenamente affermare che presso la nostra UCP siamo in grado di assicurare le tipologie di soluzioni chirurgiche più all’avanguardia nel campo della Proctologia e Pelviperineologia; la nostra UCP è oggi e sempre più spesso centro di riferimento per l’innovazione tecnologica che spesso accompagna le procedure chirurgica. Presso la nostra UCP cerchiamo di curare i pazienti singolarmente pensando ed eseguendo il trattamento chirurgico più appropriato a quel singolo caso; per intendersi: non tutti i pazienti che necessitano di un intervento per una malattia emorroidaria possono essere curati alla stessa maniera, è nostra regola assicurarci continuamente un patrimonio di metodologia chirurgica che ci consente di poter eseguire l’intervento più adatto.

Credo che proprio queste capacità e possibilità, tutte messe assieme, abbiano permesso all’ UCP di Rovigo di diventare una delle sedi della Scuola di Proctologia della S.I.C.C.R. (Società Italiana di Chirurgia Colo-Rettale)

In reparto, quanti posti letto avete a disposizione? Sono sufficienti per le richieste che arrivano dal nostro territorio?

Nelle SOC di Chrurgia Genrale dei 2 Ospedali, la disponibilità dei posti letto per l’attività dell’UCP è proporzionata al numero di interventi che programmiamo, questo è possibile anche perché solitamente la nostra è una chirurgia elettiva, programmata; solo raramente dobbiamo far fronte a situazioni di urgenza, ma in tal caso essendo i nostri ospedali a tipologia per acuti, non abbiamo particolari problemi a far fronte alle necessità del’utenza.

Che tipo di operazioni eseguite con maggior frequenza? Comportano delle degenze lunghe?

In senso assoluto gli interventi che eseguiamo con maggiore frequenza sono quelli per la cura della malattia emorroidaria, ma attenzione, dire Proctologia e Pelvi-Perineologia non significa curare esclusivamente le emorroidi come molti erroneamente credono.

Nel nostro ambito sono molte le situazioni cliniche che richiedono soluzioni chirurgiche, ecco perché questa è una branca della medicina prettamente chirurgica.

I proctologi si occupano di tutti i problemi legati ai Prolassi del Retto e ai prolassi del Pavimento Pelvico in genere, come anche della Stipsi dovuta ad Ostruzione della Defecazione, situazioni patologiche che talvolta possono essere risolte con un intervento chirurgico: ad esempio facciamo interventi di “Lifting Rettale”come le S.T.A.R.R. che, se fatti con le giuste accortezze ed indicazioni possono davvero risolvere efficacemente alcune tipologie di Stitichezza.

Un altro ambito di nostro pertinenza sono anche tutti i disturbi legati all’Incontinenza Fecale per i quali abbiamo numerose opzioni chirurgiche, anche queste modulabili a seconda della tipologia del caso clinico; ad esempio facciamo interventi relativamente complessi di plastica sugli sfinteri e recentemente stiamo eseguendo interventi che prevedono l’utilizzo di acido ialuronico per restaurare la continenza alle feci e ai gas.

Altri interventi che facciamo con frequenza sono quelli per le Fistole anali, che talvolta sono decisamente complessi, come anche quelli per la cure delle Neoformazioni endorettali come Polipi e Neoplasie.

Come facilmente intuibile le degenze legate a questi interventi sono variabili, pertanto, se talvolta siamo in grado di dimettere i pazienti già dopo 1 giorno altre volte è necessario un postoperatorio ospedalizzato più prolungato.

Quali attenzioni sono riservate agli stomizzati? Avete un servizio per seguirli anche a domicilio?

Per gli stomizzati nella nostra UCP abbiamo la fortuna di avere 2 bravissimi enterostomisti che dedicano tutta la loro attività lavorativa proprio per la gestione a 360 gradi di tutti i problemi correlati all’essere stomizzato. Certamente per gli stomizzati è necessario che ci sia un servizio efficace e ben integrato sul territorio e credo che in questo possiamo ritenerci soddisfatti del servizio che si riesce al offrire all’utenza. I nostri enterostomisti si spostano sul territorio andando anche a domicilio dei pazienti, hanno una reperibilità al cellulare in qualsiasi momento della giornata.

Quali sono le patologie che trattate maggiormente presso l’UCP?

Come accennavo prima, la patologia più frequente è costituita dalla malattia emorroidaria; pensi che come frequenza questa malattia è seconda soltanto al mal di denti, ma anche qui credo opportune alcune precisazioni: tutti abbiamo le emorroidi ma non tutti hanno una malattia emorroidaria, sarà questa l’oggetto della nostra cura.

Poi ci occupiamo della cura di tutte le altre situazioni patologiche come le ragadi anali, le fistole, i polipi del retto, i prolassi, i disturbi della continenza, la stipsi, le cisti pilonodalis, in sintesi tutti i disturbi del perineo in genere.

Qual’è la differenza tra emorroidi, fistole e ragadi? …. Eliminerei questa domanda… !!!

Dopo le sue precisazioni, parlando di Malattia Emorrodiaria e quindi non più di Emorroidi, la cura di questa malattia richiede trattamenti terapeutici diversi? Quali?

Come accennavo prima il Golden Goal terapeutico di questa malattia sta proprio nel poter modulare il trattamento al grado di malattia e al singolo paziente. Fondamentale è poter disporre di un bagaglio culturale e tecnico completo e all’avanguardia, anche dal punto di vista strumentale, tale da garantire la strategia di cura al momento migliore.

Nella nostra UCP, garantiamo l’utilizzo di procedure e metodi di cura chirurgica come suggerito nelle linee guida delle più autorevoli Società Scientifiche Nazionali ed Internazionali; può succedere che diamo indicazione ad un intervento tradizionale come l’exeresi aperta o chiusa delle emorroidi, possiamo eseguire un “lifting”, una plastica endorettale del prolasso muco emorroidario senza rimuovere le emorroidi, possiamo eseguire delle legature elastiche associate o meno alla sclerosi, possiamo utilizzare il doppler per legare le arterie che giungono alle emorroidi.

Nonostante questo ventaglio di opzioni chirurgiche, può anche succedere che tutto questo non basti se non si supporta adeguatamente la procedura terapeutica chirurgica con altri presidi medicali che trovo fondamentale siano suggeriti nel postoperatorio.

Quali sono le cause di questa malattia? E’ possibile fare prevenzione? In quale modo?

Un’esatta causa della malattia emorroidaria in realtà non si conosce come non si è certi che ci sia una predisposizione genetica, ma quest’ultimo aspetto credo sia di scarsa rilevanza, vista l’alta frequenza della malattia. Probabilmente un ruolo determinate giocano le abitudini di vita sedentarie, l’alimentazione sempre più raffinata e povera di scorie, alcune professioni che obbligano alla stazione ferma ed in piede, stili di vita sempre più frenetici. La prevenzione sicuramente si può fare, imponendosi comportamenti di vita ed igiene alimentare più appropriati. In poche parole una “sorta” di ritorno all’antico nel mangiare e nel comportarsi, valorizzando i principi della dieta mediterranea e regalandosi attività fisica associata a salutari pause.

Come si integra l’UCP con le altre SOC dell’Ospedale di Rovigo?

L’ UCP è di necessità integrata con le altre SOC dell’Ospedale; , sia gli aspetti diagnostici come anche quelli terapeutici devono di necessità integrarsi per poter consentire di affrontare globalmente i problemi. Il confronto è frequente, ci parliamo, il radiologo sa perfettamente ad esempio cosa cercarmi in una defecografia, il fisioterapista conosce bene gli obiettivi terapeutici che mi piacerebbe raggiungere.

Ma, mi consenta di affermare che mai come nella pelviperineologia ci sia la necessità di affrontare le problematiche cliniche in maniera non solo multidisciplinare ma anche interdisciplinari.

Mi spiego meglio dicendo ad esempio che nel nostro ospedale è attivo un Ambulatorio Interdisciplinare, dove 3 specialisti (il proctologo, l’urologo ed il ginecologo) visitano assieme le pazienti, e, talvolta, proseguono la loro terapia chirurgica assieme, sebbene ognuno operi il proprio comparto. Questo è davvero un bel successo e le dirò di più, sono poche le realtà dove questo avviene.

L’UCP dell’ospedale di Rovigo fa parte della SICCR (Società Italiana di Chirurgia Colo Rettale): cosa significa?

Questa credo sia la domanda più difficile che mi pone; è un problema “politico” che mi piacerebbe tanto rinnegare ma purtroppo l’evidenza è questa. In Italia, caso davvero singolare, esistono due Società Scientifiche che si occupano di Coloproctologia, queste sono la S.I.C.C.R. e la S.I.U.C.P. A suo tempo ho dovuto fare una scelta, la nostra è una UCP delle SICCR, ma sarebbe potuta essere della SIUCP; impossibile la doppia affiliazione. I miei rapporti con entrambe le società sono ottimi, ma tra di loro i rapporti sono un po’ difficili; nel congresso che organizzo ogni due anni qui a Rovigo, riesco a metterli assieme, ma non è una situazione che capita frequentemente; mi piacerebbe tanto un giorno si decidesse per una loro fusione, ma al momento la vedo dura.

Essere UCP di una società scientifica comunque significa condividerne le linee guida diagnostiche e terapeutiche, applicarle, avere dei volumi minimi di attività, avere dei requisiti tecnici specifici, produrre annualmente il report dell’attività, accettare le ispezioni di qualità, produrre pubblicazioni scientifiche, organizzare didattica ed eventi formativi.

L’UCP di Rovigo partecipa anche a programmi di Prevenzione e Cura della Stipsi (stitichezza)?

Certo, annualmente la SIUCP organizza su tutto il territorio nazionale la “settimana della stipsi”; è un evento credo ben organizzato dal punto di vista sia mediatico che di contenuti, riconosciuto dall’alto Ministero della Salute; noi vi partecipiamo ogni anno ricevendo nei nostri ambulatori in una settimana circa 50 pazienti, gratuitamente.

E’ stato recentemente attivato, presso il vostro reparto, un Centro di Studio delle Patologie del Pavimento Pelvico e della Stipsi. Ci spiega in cosa consiste? Quali sono i vantaggi per i pazienti ad avere questo Centro a disposizione?

Mi riallaccio ad alcune affermazioni fatte prima; è un insieme di specialisti che in maniera sincrona ed in forma Interdisciplinare si occupano di tutti i disturbi del pavimento pelvico. Se l’urologo si occupa dei prolassi della vescica, il ginecologo interpreta i prolassi genitali, il proctologo quelli del retto; ebbene, i 3 comparti sono attigui e i danni di un comparto spesso alterano l’omeostasi pelvica negli altri comparti; un’interpretazione interdisciplinare delle problematiche cliniche dovrebbe migliorare i risultati ed evitare l’alterazione di questa delicata omeostasi. Non va assolutamente dimenticato che oltre ai 3 chirurgi, per un completo e ottimale funzionamento di un centro di patologia pelvi perineale è fondamentale il supporto del Gastroenterologo, lo Psichiatra, il Neurologo, il Dietologo, il Fisiatra, il Terapista Antalgico, il Fisioterapista, il Riabilitatore Pelvico, il Coordinatore.

Il centro pelvico è costituito da tutti questi specialisti, che si ritrovano in maniera interdisciplinare, parlano lo stesso linguaggio, portano all’attenzione del gruppo i pazienti che necessitano di cure interdisciplinari; se ad esempio nel corso di una visita proctologica fatta per la stipsi ravvedo un problema nel comparto anteriore come una incontinenza urinaria, la paziente seguirà un percorso diagnostico e terapeutico interdisciplinare.

Facilmente intuibile che in questo modo, con un numero decisamente inferiore di visite e valutazioni, le pazienti possono avviarsi alla interpretazione / risoluzione del proprio problema in maniera più rapida ed efficace.

Perché la stipsi è un problema prevalentemente femminile?

La stipsi è molto frequente anche nei maschi. Nelle femmine è decisamente maggiore l’incidenza della Stipsi da ostruita defecazione, cioè quella che trova le cause nei prolassi in genere del retto. Purtroppo le donne, per conformazione fisica, per le gravidanze, probabilmente per un fatto ormonale, hanno questa peculiare propensione a sviluppare una stipsi da ostruita defecazione.

Lei è il promotore delle Giornate Rodigine di Coloproctologia. Cosa succede in queste giornate?

Le Giornate Rodigine di Coloproctologia, giunte quest’anno alla quinta edizione, sono il “fiore all’occhiello” della nostra UCP nel campo della comunicazione e della formazione in ambito Coloproctologico. Ricordo la prima edizione, fatta con pochi mezzi, ma davvero efficace, vedo l’ultima edizione, con un programma decisamente cresciuto nel tempo, relatori di fama internazionale, contenuti davvero interessanti. Credo che ormai questo congresso Rodigino, lo si possa ritenere a tutti gli effetti un evento a valenza nazionale che la comunità scientifica aspetta con un pizzico di curiosità culturale, con sempre qualche bella novità dietro l’angolo. Quest’anno ad esempio è occasione di un bel forum “senza peli sulla lingua” tra esperti del settore, su tutto quello che non è chiaro e non si conosce sui prolassi del retto. Come promotore sono orgoglioso di organizzarlo, ma sento la responsabilità di doverlo fare al meglio possibile sperando che lo stesso evento sia occasione di qualche prezioso messaggio.

Qual è attualmente la situazione dei tumori al colon e all’ano? Sono in aumento? Sono curabili? Gli screening per la prevenzione stanno dando dei risultati significativi?

Ne vediamo sempre di più, ma attenzione, non so se questo sia dovuto ad un aumento dell’incidenza oppure ad una fase diagnostica che è migliorata; gli screening stanno dando un’enorme plus valenza sulla curabilità e sulla prevenzione, nel senso che la migliorano. Lo screening spesso permette una diagnosi in fase precoce come anche talvolta delle lesioni precancerose; ebbene, di riflesso, la cura in queste fasi da davvero ottimi risultati in termini di sopravvivenza, sempre più spesso sovrapponibili a quelli di soggetti sani. Il problema resta a tutto oggi la diagnosi tardiva.

I tumori del colon retto e dell’ano sono molto diffusi tra la popolazione polesana? Di più o di meno rispetto alla media italiana?

Credo che l’incidenza delle neoplasie del Colon e del Retto in Polesine rispecchiano le incidenze che si osservano mediamente in Italia e nei paesi occidentali in genere; singolare è la davvero bassa incidenza nei paesi del Sud Est Asiatico e dell’Africa, probabilmente proprio per le diverse abitudini alimentari. Le neoplasie dell’ano sono in percentuali un pò meno frequenti ma in deciso aumento di incidenza.

Cosa desidererebbe per l’Unità da lei coordinata al fine di migliorare ulteriormente il servizio ai pazienti?

Completare con i pochi tasselli mancanti tutto l’apparato diagnostico, avere più tempo da dedicare in esclusiva all’UCP, ed infine, progettare e creare all’interno della stessa UCP un centro di Pelvi Perineologia “ROSA”, dedicato, unico in Italia, che si occupi dello Studio, della Diagnosi e della Cura di tutti i disturbi al femminile del Pavimento Pelvico.

Sono un Ottimista nato ! …. Mah … credo che dicendo questo…. “non credo di sognare”.